Quando Jacopo lasciò l’Abruzzo era giovane e mal tollerava quella terra fatta di tanti silenzi e nessuna occasione. Ma nei suoi giri per il mondo, tra successi e fallimenti, ha maturato un’idea folle: trasformare l'Abruzzo nel più grande campo di canapa al mondo. Una follia, appunto, perché la cannabis è circondata da sospetto e preconcetti, anche oggi che è tornata di moda grazie alla diffusione della “cannabis light”, un prodotto terapeutico utilizzato in medicina in tutto il mondo.
Così, insieme agli amici di sempre, ha formato un team di persone che come lui credevano in quel sogno. Gente come Luca e Fabrizio, due ragazzi che vivono ad Acciano, un borgo semi abbandonato ai piedi del Sirente che ancora cerca di curarsi le ferite dal terremoto. Due abruzzesi che hanno scelto di restare mentre tutti gli altri se ne andavano: chi a Pescara, chi a Bologna, chi in Germania. Loro no, sono rimasti a scontrarsi quotidianamente con l’assenza di lavoro e di speranze. Poi ci sono persone come i napoletani Gennaro e Zio Peppe, viaggiatori della vita in cerca di un nuovo posto in cui sostare; c'è Antonio il tuttofare, amico di famiglia di Jacopo, e infine Nino, l'unico vero agricoltore del gruppo, che alla soglia dei settanta ha iniziato a coltivare la cannabis perché “noi abbiamo fatto il '68 ma le canne non le fumavamo, ma ora che so che quest'erba può curare qualcuno ho accettato subito”. Sono tutte persone comuni in cerca di qualcosa e le loro sono storie di vita che germogliano insieme a quelle piantine verdi dai fiori ricchi di profumo. Storie di ricerca, di redenzione, di battaglie mai finite per la ricerca del lavoro.
Jacopo sa che il territorio in cui è nato è ostico, come la gente che ci vive. Un luogo che ha sofferto un massiccio spopolamento fin dagli anni '50 e dove le occasioni di lavoro si contano col lumicino. Ma allo stesso tempo sa che dovrà lottare anche contro il pregiudizio sulla cannabis. E le armi per lottare contro queste asperità sono le stesse che da millenni si tramandano in agricoltura: impegno, dedizione e pazienza. Solo così la terra può aprirsi. Poi, le persone si apriranno insieme a lei. Così l’avventura di Jacopo e dei suoi compari decolla, ampliando le dimensioni dell’azienda e creando nuove opportunità, fino ad attirare lavoratori immigrati che combattono anch’essi una battaglia contro il pregiudizio. E continuando, giorno dopo giorno, a inseguire il sogno di trasformare l’Abruzzo in una terra verde e ricca, in cui il silenzio è solo una pausa riposante tra dure giornate di lavoro.
La voce narrante è di Umberto Fiorelli
Soggetto Gianluca Marcon e Cristina Donno
Sceneggiatura Gianluca Marcon e Christian Poli
Fotografia Marco Landini
Montaggio Rosario Simanella
Produzione Cristina Donno
Musiche Nicola Guazzaloca
Mixaggio audio e Sound designer Giuseppe Bellettini
Color Correction Marco Landini
Graphic Nicola Arrigoni
Studio di registrazione Jan Maio